“Qui c’è business, non solo tecnologia!”
Nella parole di Marcello Orizi, uno dei finalisti dell’edizione 09/10 di Mind the Bridge, è riassunto l’impatto con la Silicon Valley. Qui si svolge la fase finale dell’iniziativa no-profit organizzata da un gruppo di italiani trapiantati nel cuore innovativo della California, con l’intento di aiutare le migliori idee innovative del Bel Paese a trovare in America il terreno fertile per poter crescere e realizzarsi. E tornare a casa, come recita il motto: “Trip to Silicon Valley and Back”. E a casa non si portano “solo” potenziali investimenti e preziosi consigli sulla propria Start Up. Dopo due mesi in California alla ricerca di partner commerciali, industriali e venture capitalist, quando si torna indietro non si è più la stessa persona.
Mind the Bridge non è solo una classica “call for business”, non è solo un canale per lanciare la propria Start Up, ma con la permanenza di due mesi in Silicon Valley diventa una grande opportunità per crescere ed espandere i propri orizzonti e il proprio approccio al concetto di innovazione.
“Nella Silicon Valley mangi e respiri innovazione 24 ore su 24. Hai la possibilità di toccare con mano cosa vuol dire ‘il sogno americano’”, aggiunge Massimo Zaglio del Consorzio TOP-IX.
Mind the Bridge ItalyTour 2010
Se vuoi provare a metterti in gioco, l’appuntamento è giovedì 10 giugno (ore 10-17) all’Incubatore del Politecnico di Torino. Il Development Program di TOP-IX, in collaborazione con Mind the Bridge, organizza una giornata dedicata a start-up e imprenditoria, con la possibilità di ottenere preziose informazioni per partecipare alla Call for Ideas 2010 e alle MtB Business Plan competitions. “Fin dalla sua prima edizione, come TOP-IX abbiamo cercato di costruire una collaborazione costruttiva con Mind the Bridge. Anche se allora il nostro Development Program era solo agli inizi, ci accomunava l’idea di provare a creare un ponte tra l’Italia e Silicon Valley – racconta Leonardo Camiciotti di TOP-IX –. Nelle prime edizioni fornivamo supporto tecnologico ai vincitori, l’anno scorso siamo diventati sponsor e quest’anno la collaborazione è ulteriormente cresciuta. Partecipare alla fase finale in California ci ha confermato che è questa la strada da seguire per le start-up: nella peggiore delle ipotesi tornano con un entusiasmo contagioso, nella migliore trovano partner interessanti o investitori o preziose illuminazioni. Credo che chi opera nel web o nell’ICT non possa prescindere dal capire cosa succede in America”.
Per partecipare all’evento di Torino clicca qui.
Il programma della giornata qui.
“È tutto vero!”
“La cosa incredibile è accorgersi che tutto quello che hai sentito e che hai letto, lì succede veramente – aggiunge ancora Leonardo Camiciotti –. È come leggere un libro bellissimo, poi vai lì ed hai la possibilità di incontrare i personaggi in carne ed ossa”. Nessuna esagerazione. Chi ha vissuto l’esperienza non può che essere d’accordo. “La cosa più spiazzante è arrivare a Mountain View e accorgerti che non ci sono montagne – scherza Christian Racca di TOP-IX –. In compenso in termini di aziende e persone trovi veramente di tutto ed è più facile di quanto si possa pensare farsi ricevere. Da chiunque”. “Assistendo alle presentazioni fatte dagli americani e dagli italiani ti accorgi che loro conoscono meglio le regole del gioco, noi stiamo imparando, ci stiamo avvicinando. Eventi come Mind the Bridge servono a colmare anche questo gap, è sicuramente un’ottima palestra”. Tutti d’accordo i finalisti italiani. “In due mesi abbiamo incontrato gente di Google, Facebook, LinkedIn, ci siamo confrontati con gente come Fabrizio Capobianco (Funambol), Matteo Fabiano (Baia), Marco Marinucci (Google). Dal punto di vista professionale Silicon Valley ti cambia la testa. Il messaggio è: fai una cosa, anche semplice, ma falla bene, falla come nessun altro al mondo. È un altro mondo; è necessario venirci!”, chiosa Marcello Orizi (la sua esperienza a Mind the Bridge è raccontata sul blog www.prossimaimpronta.it). “L’aspetto più incredibile è la concentrazione: se guardi una mappa delle società presenti a Silicon Valley è impressionante. Sono tutte qui”, racconta Antonio Bonanno, altro finalista, che in 9 giorni a Silicon Valley ha percorso la bellezza di 1700 chilometri, “Ci sono un po’ di cose da fare”. Una delle lezioni principali, che insegna l’esperienza americana, è quella di curare non solo l’idea da proporre, ma anche il modo di presentarla. “Lì è importante non solo cosa presenti, ma anche come lo fai – spiega Antonio –, da questo punto di vista in Italia siamo un po’ indietro”. “Nella Silicon Valley si respira ad ogni passo un sistema ‘facilitante’, che trasmette voglia di fare, di creare”, gli fanno eco Matteo e Sergio, che hanno portato negli States il progetto Ecolight. Quello che mi porterò a casa da questa esperienza è soprattutto un grande entusiasmo, oltre che preziosi contatti”, conclude Umberto Malesci, che ha presentato a Mind the Bridge il progetto Fluidmesh.
Le voci dei finalisti dell’edizione 09/10 di Mind the Bridge si trovano a questo link
Mind The Bridge – Business Plan Competition (BPC)
E’ iniziata da poche settimane la BPC. Mind The Bridge è alla ricerca di start-up ad alto contenuto innovativo, incentrato su un mercato globale, con elevato potenziale di crescita. Una dozzina dei semifinalisti saranno invitati a presentare durante il Venture Camp evento il 5-6 Novembre presso il Corriere della Sera a Milano. I progetti selezionati passeranno attraverso diversi mesi di mentoring, tra cui una due giorni Bootcamp (il 24 settembre e il 25 a Varese), Coaching (a Pavia 15-16 Ottobre)
Ad alcuni dei progetti selezionati verrà offerto di partecipare al Mind The Bridge Gym, dove gli aspiranti imprenditori potranno “farsi i muscoli” nel cuore pulsante della Silicon Valley.
I business plan devono essere presentati attraverso il sito di Mind The Bridge.