Sabato, 6 Marzo 2021. La partita del Campionato Italiano di calcio di Serie A Juventus – Lazio viene trasmessa in TV sia via satellite sia via Internet, come accade ormai di consueto. Cos’è accaduto al traffico Internet in occasione di questo evento?
Namex ha fatto il proprio all-time-peak, ovvero il picco record del traffico mostrato nel grafico sottostante.
Tra gli addetti ai lavori è noto che gli Internet eXchange Points (IXPs) hanno un traffico in costante crescita per un utilizzo di Internet sempre più diffuso e servizi che utilizzano sempre di più la banda a disposizione. Nell’ultimo periodo si assiste anche al fenomeno per cui vi sono picchi legati ad eventi di breve durata che coinvolgono in contemporanea un altissimo numero di utenti, quasi tutti riconducibili a due categorie: eventi live (spesso sportivi) o rilascio di nuovi pacchetti software (gaming e software update).
E allora perché è stato così importante quanto avvenuto il 6 Marzo ?
Perché in occasione di questo evento si è realizzato lo slogan che meglio sintetizza la funzione degli IXP: keep local traffic local. Grazie alla sovrapposizione di una serie di fattori si è ottenuto che la distribuzione del traffico richiesto localmente sia avvenuta proprio localmente:
- Prime time: ore 20:30 del sabato (moltiplicatore globale del traffico)
- Partita con la Juventus (moltiplicatore globale del traffico, numero elevato di tifosi)
- Partita con la Lazio (moltiplicatore locale del traffico, concentrazione dei tifosi su Roma città)
- Content Provider presente sugli IX (partita trasmessa per lo più in streaming).
Un altro esempio di come il traffico rifletta in modo diretto situazioni di vita quotidiana che hanno un ampio coinvolgimento di utenti lo stiamo osservando proprio in questi giorni in cui è ripartita la didattica a distanza in molte regioni d’Italia.
Il grafico sottostante è quello di un Content Provider presente a MIX, e connesso a decine di Access Provider, nel quale sono chiaramente visibili tre ore di lezione mattutine separate da due intervalli. Analogo comportamento si registra in TOP-IX dove lo stesso provider presenta profilo di traffico che riflette la fruizione della didattica a distanza nell’area piemontese.
La costante osservazione di questi eventi aiuta noi IXP a comprendere quali siano i trend dei flussi di traffico a livello nazionale, cosa fondamentale per permetterci di valutare quali iniziative intraprendere che siano mirate all’ottimizzazione dei servizi via Internet, a prescindere dall’erogatore del contenuto e dal provider di accesso.
Approfondimento
Gli Internet eXchange Point (IXP) sono un elemento chiave nel funzionamento di Internet. L’accesso alla rete ad alta qualità, affidabile e veloce è oggi più importante che mai e da questo punto di vista gli IXP giocano un ruolo fondamentale all’interno di un sistema sempre più grande ed eterogeneo in cui i servizi richiedono maggiori capacità e velocità e gli utenti finali maggiori prestazioni dalla rete. Ma cosa sono gli IXP e quali sono i benefici che offrono?
Internet è un grande ecosistema formato dalla somma di migliaia di reti, indipendenti ed interconnesse, raggruppabili in diverse sottocategorie, ognuna delle quali con un ruolo specifico e una differente attività. Semplificando il modello, da un lato abbiamo realtà che distribuiscono contenuti in rete, i cosiddetti Content Provider e dall’altro lato abbiamo realtà che forniscono ai propri utenti accesso a questi contenuti, gli Access Provider.
Perché l’accesso incontri il contenuto le reti di Access Provider e Content Provider devono interconnettersi tra di loro direttamente o tramite altre reti, ovvero un Access Provider deve conoscere la giusta “strada” per arrivare là dove vi è il contenuto richiesto dai propri utenti e viceversa, il contenuto deve essere fruito dagli utenti dell’Access Provider stesso. A dispetto dei più attuali e inflazionati concetti che descrivono le tecnologie adottate come astratte ed intangibili, cloud e virtual per citarne un paio, le interconnessioni tra reti sono tutte fisiche, cioè in qualche datacenter nel globo esiste una fibra che collega due apparati appartenenti a due reti. I dati (pacchetti IP) percorrono così strade a senso unico per realizzare lo scambio tra utente e contenuto che attraversano tante più reti indipendenti quanto maggiore è la distanza fisica esistente tra utente e contenuto.
Quindi la richiesta di un contenuto da parte di un utente di un piccolo ISP locale potrebbe trovarsi a dover percorrere una strada molto lunga prima di raggiungere il contenuto richiesto. Strada lunga significa: ritardo nella consegna dei dati (latenza) e lentezza nella trasmissione dati (nodi congestionati).
Sin dall’inizio del suo sviluppo su larga scala, la Rete si è naturalmente dotata di snodi nevralgici nati per agevolare l’interconnessione diretta multipla tra più reti indipendenti: gli IXP. Gli IXP sono dei luoghi dove Accesso e Contenuto si incontrano in pratica nella stessa data room con il risultato di ridurre drasticamente il percorso dei dati e renderlo dipendente al 100% da Access Provider e Content Provider, senza intermediazioni di altri soggetti.
Lo scopo principale di un Internet eXchange Point è quindi quello di facilitare le interconnessioni, ma soprattutto rendere Internet più efficiente e più veloce, specialmente per i servizi che richiedono alte prestazioni e basse latenze.
Le prestazioni di fruizione dei contenuti sono legate in gran parte alla distanza di questi ultimi dall’utente. Più vicini si trovano, minori saranno le latenze di accesso e maggiore sarà l’incremento delle performance e quindi della percezione di qualità dal servizio. Oggi, servizi di streaming video piuttosto che piattaforme di gaming online o applicazioni real-time, stanno sfruttando l’interconnessione agli IXP per essere il più possibile prossimi agli utenti degli Access Provider: questo è un aspetto fondamentale per una Rete Internet sempre più performante.
I servizi più vicini ai loro fruitori contribuiscono anche a rendere Internet un ecosistema più sicuro: per raggiungere una data destinazione, i flussi di traffico di un operatore potrebbero attraversare altri operatori di paesi differenti o addirittura, nel caso peggiore, continenti diversi. Mantenere attive delle relazioni di scambio dentro un IXP, permette di aumentare la sicurezza dei dati in transito consentendo lo scambio di traffico tra operatori localmente e direttamente, proteggendo in tal modo la privacy delle informazioni scambiate (invece di passare su percorsi di cui non si ha un diretto controllo). In tal modo si evita il rischio che il traffico possa essere intercettato e analizzato (talvolta per fini poco etici). L’aspetto della sicurezza è particolarmente importante se si pensa ad esempio a servizi considerati critici, come ad esempio i servizi delle pubbliche amministrazioni oppure di home banking.
I tre maggiori IXP italiani
In Italia, i tre IXP maggiori sono il MIX di Milano, il Consorzio Namex di Roma e il Consorzio TOP-IX di Torino, presenti in più data center distribuiti a livello metropolitano e regionale. L’ecosistema che ruota intorno a questi tre punti è altamente eterogeneo: dai grandi player di contenuto (Facebook, Google, Amazon, Microsoft, Twitch) ai big carrier Internazionali, dagli operatori di accesso Nazionali (TIM, Vodafone, Wind, Fastweb) alle medie e piccole realtà locali. Esistono poi dei particolari operatori, anch’essi presenti nei tre IXP Italiani, i Content Delivery Network (CDN): sono delle piattaforme distribuite world wide che aiutano servizi che non hanno una propria infrastruttura di rete sottostante a minimizzare il ritardo riducendo la distanza fisica tra servizio e utente.
Seppur vero che l’attività principale degli IXP è quella di gestire, aggiornare e manutenere l’infrastruttura tecnologica preposta allo scambio delle informazioni tra gli operatori di rete (al fine di garantirne sempre un corretto funzionamento), il grande sforzo (e la grande sfida) è di creare una massa critica di realtà all’interno della propria infrastruttura: da un lato si cerca di facilitare i piccoli/medi operatori locali ad estendere la propria rete nei datacenter ove presenti gli IXP e dall’altra di attrarre il più possibile i grandi Content Provider per consentire, come detto, uno distribuzione locale del traffico.
Sono centinaia ad oggi le realtà presenti all’interno di MIX, Namex e TOP-IX, nel tempo aumenta la quantità di operatori interconnessi e via via si diversifica anche la tipologia di servizi disponibili, a vantaggio di un ecosistema sempre più eterogeneo e diversificato: e questo rappresenta un grande beneficio per la crescita dell’intero sistema paese.
Luca Cicchelli (TOP-IX), Flavio Luciani (Namex), Cristiano Zanforlin (MIX)