Mentre il Bitcoin vola, non senza i timori dell’ennesima “bolla”, e la tecnologia alla base della criptovaluta è un “hype” indiscusso, gli spazi di Open Incet hanno ospitato venerdì 15 dicembre l’evento “Blockchain for Social Good”, che ha riunito politici, ricercatori, accademici e startup intorno al tema della blockchain e dei suoi possibili utilizzi in ambito sociale.
La giornata si è chiusa con la sessione di pitching “Social goods security using blockchain”, organizzata dalla Città di Torino e dal Consorzio TOP-IX. Con il coordinamento di Andrea Speziale del Consorzio TOP-IX si è carcato di fare il punto su vantaggi e svantaggi dell’uso della blockchain in ambiti delicati, come food o education, e di capire come le potenzialità crittografiche e di trasparenza introdotte dalla tecnologia possano essere utilizzate.
Il panel di aperto con l’intervento di Francesca Bosco dell’UNICRI – United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute, che parlando delle “Sfide di sicurezza della blockchain” ha provato a sfatare alcuni miti, evidenziando alcuni rischi della tecnologia, come la mancanza di regolamentazione o i rischi della “maggioranza disonesta”. A fare da contraltare, Cesare Varallo, Food Lawyer e founder of Foodlawlatest.com, ha evidenziato i benefici introdotti dalla blockchain nell’ambito della tracciabilità e della sicurezza alimentare, nel suo talk “Food & beverage: blockchain, rintracciabilità e frodi alimentari”. Dopo aver affrontato il tema spinoso degli oracoli e della possibilità di garantire l’autenticità dei dati provenienti da terze parti con Alessandro Aglietti di aqqadro.it (“Garantire autenticità del metadato, proveniente da terze parti, scritto su blockchain”), Michele Melchionda, dirigente della Corte dei Conti, ha parlato di “PA e il problema delle certificazioni”. Chiudendo un cerchio, si sono così toccati temi legati al dibattito che aveva aperto il pomeriggio: “Benefits of Blockchain in cities”.